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La ballata dell’Interregionale Pontremoli-Villafranca

 

Seduto sul cesso di un treno, ah,

non ho il biglietto.

Spero di farla franca,

in tasca mezz’etto

da smerciare a Villafranca.

 

Bussano alla mia porta…

“Occupato, per la malora”.

Ribussano molto più decisamente…

“Sono diarroico”, faccio presente.

 

Seduto sul cesso di un treno, ah,

non ho il biglietto.

Sento che la farò franca,

batte il cuore sul mezz’etto

da smerciare a Villafranca.

 

Una chiave gira nella porta…

“Un momento, per la malora”.

La chiave compie mezzo giro…

“Lo butto o la caccio giù nell’intestino?”.

 

Seduto sul cesso di un treno, ah,

non ho il biglietto.

Posso ancora farla franca,

stretto lo sfintere col mezz’etto

da smerciare a Villafranca.

 

“Ragazzo, togliti i calzoni”,

al commissariato di Pontremoli.

“Togliti anche il tanga”,

cazzo sto sudando come un panda.

 

Sedevo sul cesso di un treno, ah,

senza il biglietto.

“Sento che l’ho fatta franca”…

Ora sono ricoverato

all’ospedale di Villafranca.

 

“Ragazzo, togliti i calzoni”,

e la busta si aprì.

“Perchè sgrani gli occhi?”,

in quell’istante F.S. svenì. (1633)

 

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